lunedì 9 settembre 2013

Nella Terza Guerra Mondiale l'Italia in prima linea: ecco le basi militari NATO nel nostro paese.

Elenco per Regioni


Trentino Alto Adige


1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell'Usaf.

2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.


Friuli Venezia Giulia


3. Aviano [Pn]. La più grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell'Usaf in Italia [almeno tremila militari e civili americani ]. Nella base sono dislocate le forze operative pronte al combattimento dell'Usaf [un gruppo di cacciabombardieri ] utilizzate in passato nei bombardamenti in Bosnia. Inoltre la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell'aviazione Usa, nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. Si presume che la base ospiti, in bunker sotterranei la cui costruzione è stata autorizzata dal Congresso, bombe nucleari. Nella base aerea di Aviano (Pordenone) sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F-16 [nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuo' in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: un vero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest'ultima è dotata di caccia F-16 e F-15, e ha il compito, sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solo nell'Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nordafrica. Essa opera, con un personale di 11.500 militari e civili, da due basi principali: Aviano, dove si trova il suo quartier generale, e la base turca di Incirlik. Sara' appunto quest'ultima la principale base per l'offensiva aerea contro l'Iraq del nord, ma l'impiego degli aerei della 16th Air Force sara' pianificato e diretto dal quartier generale di Aviano.

4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.

5. Rivolto [Ud]. Base USAF.

6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell'Usaf.

7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell'Us Army.

8. Trieste. Base navale Usa.


Veneto


9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Setaf della Us Army, che controlla le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestri normalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani che operano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila.

10. Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [Usaf]. Probabile deposito di testate nucleari.

11. Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.

12. Longare [Vi]. Importante deposito d'armamenti.

13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni

14. Codognè [Tv]. Deposito di armi e munizioni

15. Istrana [Tv]. Base Usaf.

16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.

17. Verona. Air Operations Center [Usaf ]. e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa; Centro di telecomunicazioni [Usaf].

18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.

19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.

20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.

21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.

22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.

23. Venezia. Base navale Usa.

24. Sant'Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.

25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.

26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.

27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa.


Lombardia


28. Ghedi [Bs]. Base dell'Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari.

29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].

30. Remondò [Pv]. Base Us Army.

108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.


Piemonte


31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.

32. Candelo-Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.


Liguria


33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35 ].

34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.

35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina. Composta da tre strutture. Innanzitutto il Saclant, una filiale della Nato che non è indicata in nessuna mappa dell'Alleanza atlantica. Il Saclant svolgerebbe non meglio precisate ricerche marine: in un dossier preparato dalla federazione di Rifondazione Comunista si parla di "occupazione di aree dello specchio d'acqua per esigenze militari dello stato italiano e non [ricovero della VI flotta Usa]". Poi c'è Maricocesco, un ente che fornisce pezzi di ricambio alle navi. E infine Mariperman, la Commissione permanente per gli esperimenti sui materiali da guerra, composta da cinquecento persone e undici istituti [dall'artiglieria, munizioni e missili, alle armi subacquee].


Emilia Romagna


36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell'Usaf con copertura Nato.

37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

38. Parma. Deposito dell'Usaf con copertura Nato.

39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.

40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l'attivazione di bombe nucleari.

41. Rimini-Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.


Marche


42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.


Toscana


43. Camp Darby [Pi]. Il Setaf ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo [tra Pisa e Livorno], con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e' stoccata una riserva strategica per l'esercito e l'aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione e mezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno, attraverso il Canale dei Navicelli, è base di rifornimento delle unità navali di stanza nel Mediterraneo. Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell'US Army per l'appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo, nel Golfo, nell'Africa del Nord e la Turchia.

44. Coltano [Pi]. Importante base Usa-Nsa per le telecomunicazioni: da qui sono gestite tutte le informazioni raccolte dai centri di telecomunicazione siti nel Mediterraneo. Deposito munizioni Us Army; Base Nsa.

45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell'Usaf.

46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell'Us Navy.

47. Poggio Ballone [Gr]. Tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli: Centro radar Usa con copertura Nato.

48. Livorno. Base navale Usa.

49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


Sardegna


50. La Maddalena - Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa, base di sommergibili, squadra navale di supporto alla portaerei americana "Simon Lake".

51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.

52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].

53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della Us Navy.

54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.

55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.

57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.

58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.

59. Capo Teulada [Ca]. Da Capo Teulada a Capo Frasca [Or ], all'incirca 100 chilometri di costa, 7.200 ettari di terreno e più di 70 mila ettari di zone "off limits": poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali della Sesta flotta americana e della Nato.

60. Cagliari. Base navale Usa.

61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.

62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.

63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.

64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.

65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.


Lazio


66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato e il coordinamento logistico interforze Usa. Stazione Nato

67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.

68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo

69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell'Us Army.

70. Gaeta [Lt]. Base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei "La Salle".

71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato sotto controllo Usa.


Campania


72. Napoli. Comando del Security Force dei Marines. Base di sommergibili Usa. Comando delle Forze Aeree Usa per il Mediterraneo. Porto normalmente impiegato dalle unità civili e militari Usa. Si calcola che da Napoli e Livorno transitino annualmente circa cinquemila contenitori di materiale militare.

73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.

74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

76. Nisida [Na]. Base Us Army.

77. Bagnoli [Na]. Sede del più grande centro di coordinamento dell'Us Navy di tutte le attività di telecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo.

78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell'Us Army.

80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.

81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.

82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.

83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.

84. Mondragone [Ce]: Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico, dove verrebbero spostati i comandi Usa e Nato in caso di guerra

85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.


Basilicata


79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.

86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.


Puglia


87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.

88. Brindisi. Base navale Usa.

89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.

90. San Vito dei Normanni [Br]. Vi sarebbero di stanza un migliaio di militari americani del 499° Expeditionary Squadron;.Base dei Servizi Segreti. Electronics Security Group [Nsa ].

91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.

92. Otranto. Stazione radar Usa.

93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.

94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.


Calabria


95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.

96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


Sicilia


98. Sigonella [Ct]. Principale base terrestre dell'Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili americani ]. Oltre ad unità della Us Navy, ospita diversi squadroni tattici dell'Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l'una.

99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa. Nota: un sottufficiale dell'aereonautica militare ci ha scritto, precisando che non vi sono installazioni USA in questa base militare italiana.

102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'Usaf.

103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.

104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.

105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.

107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

109. Centuripe [En]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

110. Niscemi [Cl]. Base del NavComTelSta [comunicazione Us Navy ].

111. Trapani. Base Usaf con copertura Nato.

112. Isola di Pantelleria [Tp]: Centro telecomunicazioni Us Navy, base aerea e radar Nato.

113. Isola di Lampedusa [Ag]: Base della Guardia costiera Usa. Centro d'ascolto e di comunicazioni Nsa.


questo articolo, ospitato sul sito Kelebek, è tratto da iraqlibero.at. 
Può essere riprodotto liberamente,
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Guerra in Siria: quali conseguenze per l'Italia?


I risvolti per l’Italia quali potrebbero essere? Se l’Italia si terrà completamente fuori dal conflitto rispettando la nostra costituzione, potremmo salvarci, ma considerando che abbiamo circa 107 basi americane sul territorio Italiano e minimo 70 bombe nucleari, che a breve saranno adattate per essere montate su i famosi F-35, il rischio di attacchi contro le basi americane in Italia è molto elevato. Le regioni più a rischio sono la Sicilia e la Puglia e anche le Regioni dove sono depositate le bombe nucleari. Quindi tutte le città dove si trovano basi americane potenzialmente sono in pericolo. Nel caso in cui il governo italiano decidesse di violare la costituzione ed entrare in guerra al fianco degli americani, l’Italia sarebbe la nazione europea più esposta di tutte, grazie ai nostri politici che hanno permesso negli anni di far diventare il territorio italiano un deposito di truppe, mezzi e armi americane. Non ci resta che sperare che l’appello del Papa per la pace venga accolto dal congresso americano.
Articolo 11 della Costituzione:
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


lunedì 2 settembre 2013

Cosa sta accadendo davvero in SIRIA?


Partiamo dal contesto. Prima dell’inizio di questa ondata di violenze, nel marzo 2011, la Siria era uno stato senza rilevanti conflitti interni. Dal punto di vista politico, il paese era retto dal partito Ba’th, che si era impadronito del potere nel 1963. Nel 1970 prese la guida del potere Hafiz Al Assad, padre di Bashar che istaurò una forma ereditaria del ruolo di presidente della Repubblica, tanto che alla sua morte, nel 2000, il presidente divenne l’attuale Bashar Al-Assad. Il partito Ba‘th, politicamente parlando, è un partito di ideologia tendenzialmente socialista, con spiccate tendenze al nazionalismo arabo. Assolutamente di secondo piano per il partito è la dimensione confessionale( prova ne sia che i tre fondatori, negli anni ’40, erano di tre religioni diverse). La Siria di Bashar Al-Assad è stata dunque un paese con una forte impronta laica, dove il governo( detentore del potere esecutivo) e l’assemblea nazionale (detentore del potere legislativo) avevano componenti appartenenti al partito Ba’th (o alla lista degli altri partiti moderati ad esso alleato)  provenienti dalle diverse etnie e gruppi religiosi della nazione (sciiti, sunniti, drusi, cristiani, curdi), senza discriminazione. Ugualmente, era permesso e tollerato ogni tipo di culto religioso. Nei media occidentali si dà grande risalto al fatto che la famiglia Assad appartenga al clan degli Alawiti, gruppo religioso vicino al credo dei  mussulmani sciiti, non particolarmente numeroso nel paese, ma in realtà questo non ha grande importanza. Infatti l’appartenenza a diversi ceppi etnici/religiosi  all’interno della Siria non era motivo di forti contrasti o tensioni(esempio personificato di ciò è la moglie di Bashar Al-Assad, sunnita, sposata tranquillamente con un Alawita, e molto occidentale e laica nel modo di esprimersi). Dal punto di vista della politica interna, in Siria era in vigore dal 1963 lo stato di emergenza e la legge marziale, a cagione del permanente stato di guerra/tensione con Israele. Ciò permetteva al presidente la soppressione di alcuni articoli della costituzione, e il mantenimento di fatto di un regime semi-dittatoriale, in cui appunto la famiglia degli Assad deteneva importanti funzioni, pur lasciando ampia autonomia di scelta tramite l’elezione popolare dell’esecutivo e dell’assemblea popolare(un regime quindi con molte più libertà di altri paesi del golfo come per esempio l’Arabia Saudita). Dal punto di vista della politica estera invece, la Siria è stata da sempre uno dei più acerrimi nemici di Israele. In anni recenti, il presidente Assad ha stretto sempre più i legami con Hezbollah e l’Iran facendo leva sul comune sentimento anti-israeliano, nonostante a livello politico permangano grandi differenze tra il regime siriano, come detto molto laico e tendenzialmente socialista, e gli altri due membri dell’“alleanza”, in cui l’importanza della dimensione confessionale ricopre un ruolo determinante.
Ora i fatti. Quelli veri, non filtrati da un’informazione che in Italia ci giunge distorta, frammentaria, spesso capovolgendo del tutto la realtà.
Sul finire del marzo 2011, alcune migliaia di siriani scendono in piazza in diverse città, soprattutto a Daraa. Quasi la totalità dei manifestanti esprime i propri slogan del tutto pacificamente. Coloro che protestano si dividono generalmente in due correnti: i laici riformisti , meno numerosi, che chiedono al presidente Assad la cessazione dello stato di emergenza introdotto nel 1963, la promulgazione di riforme, l’abolizione della legge marziale e più in generale la liberalizzazione totale della vita politica del paese, e coloro che in altri paesi arabi sono conosciuti come i simpatizzanti deiFratelli Musulmani, ovvero estremisti religiosi sunniti, che sono sempre stati emarginati dalla vita politica del paese (in Siria fin dagli anni ‘60 non era permesso al partito dei Fratelli Musulmani di presentarsi, per impedire una deriva islamista dello stato), e che chiedevano sostanzialmente un maggior peso della religione islamica all’interno dello stato Siriano. E’necessario constatare comunque che, diversamente da altri paesi come l’Egitto, a causa principalmente della sua storia ma anche della sua conformazione etnica, in Siria coloro che erano favorevoli ad un cambiamento in direzione di maggior intransigenza religiosa erano, e sono, fortemente minoritari. Il 24 marzo, sull’onda delle manifestazioni svoltesi in tutto il paese, il presidente Assad, annunciava l’avvio di un articolato processo di riforme: dichiarava inoltre che un comitato avrebbe studiato norme per abrogare lo stato di emergenza e per elaborare una legge sui partiti, per superare il monopolio del partito Ba’th. Contemporaneamente in tutto il paese un numero enorme di persone si recava in piazza per affermare il proprio sostegno al presidente (nessuna di queste oceaniche manifestazioni è stata mostrata dai media occidentali). Nonostante però queste importanti concessioni da un lato, ed enormi iniziative popolari a sostegno del regime dall’altro, durante l’ultima settimana di marzo continuano ad arrivare al presidente notizie terribili: nel corso di nuove manifestazioni organizzate dall’opposizione si registrano un grande numero di morti e feriti, non solo però tra i manifestanti, ma anche tra le forze di sicurezza. Il presidente dichiara pubblicamente più volte che nessuno ha ordinato alle forze di sicurezza di sparare sui dimostranti (del resto, al di fuori della stupida logica istillata dai nostri media, è difficile pensare che per poliziotti normali, soldati semplici, sia “perfettamente naturale” sparare indiscriminatamente sui propri connazionali senza alcuna pietà). Alla fine di questa tragica settimana, il quadro è più chiaro: ci sono molti video, trasmessi all’inizio solo dalla televisione di stato siriana, poi da alcuni emittenti russe, che mostrano la verità: in diverse manifestazioni organizzate dall’opposizione, sono presenti elementi non meglio identificati, che, armati, sparano sulle forze di sicurezza. In altri video è possibile vedere cecchini che sparano indiscriminatamente sia sulle forze di sicurezza che sui manifestanti, creando sempre più, com’è facile immaginare, scompiglio, confusione, terrore. Col passare del tempo, le forze di sicurezza riescono a catturare alcuni di questi elementi, le cui confessioni sono trasmesse in continuazione dalle reti nazionali e dalle reti russe, venendo completamente ignorate, naturalmente, dai media europei e americani. Si tratta molto spesso di mercenari stranieri, sauditi,afghani,iracheni e di tante altre nazionalità oppure di siriani, che appartenendo al terrorismo islamico internazionale, in cambio di somme di denaro spesso ingenti fornite da potenti finanziatori, uccidono forze di sicurezza e civili, senza alcun tipo di discriminazione. Per creare il caos. Il presidente Assad, sconvolto come la maggior parte della popolazione, il 30 Marzo denuncia per la prima volta pubblicamente questi fatti. All’inizio una buona fetta degli oppositori moderati non crede alle parole del presidente, e ritiene che il gran numero di morti di quei giorni sia dovuto al pugno di ferro adottato dal governo. Ma, con il trascorrere dei giorni, si mostra sempre più il tremendo volto dell’orrore. Nei giorni successivi, nuove manifestazioni sfociano in veri e propri massacri, causati nuovamente dalla presenza di terroristi internazionali sia tra le fila dei manifestanti, sia in mezzo tra questi e le forze di sicurezza. Ma non basta. Si hanno notizie in tutto il paese di veri e propri eccidi: intere caserme della polizia sterminate, centinaia di famiglie massacrate. I cosiddetti “ribelli” in questa fase non sono altro che mercenari affiliati al terrorismo islamico internazionale, provenienti da 29 paesi diversi (infiltrati in Siria grazie al sostegno di Arabia Saudita, Usa, Israele tramite il confine turco, libanese, giordano), reclutati da potenti finanziatori (approfondiremo più avanti chi sono costoro) ed equipaggiati con armi nuovissime di fabbricazione europea, americana, israeliana. Tra di loro sono presenti anche siriani di nascita, che approfittano dell’offerta di denaro per compiere massacri e orrori insieme a questi relitti umani. E così, nel giro di breve tempo, da ogni parte della Siria arrivano notizie terribili, quasi troppo incredibili per essere vere. Arrivano foto e video di interi villaggi o quartieri ricoperti di cadaveri. Ma queste bestie a forma di uomo, non si limitano a uccidere senza distinzione civili, poliziotti, musulmani, sciti, laici al grido di Allahu Achbar. La maggior parte dei cadaveri viene trovata sgozzata, decapitata, mutilata senza pietà. Spesso i medici riferiscono che i cadaveri presentano segni di violenze e abusi, indifferentemente se uomini, donne, vecchi o bambini. Ci sono video su Youtube come quello in cui uno di  questi abominevoli esseri umani, dopo aver tagliato a pezzi con un machete un soldato delle forze di sicurezza, gli strappa il cuore dal petto, e ne ingoia un pezzo. Si avete capito bene, proprio così. Alcuni sopravvissuti raccontano altre storie atroci, come quella di un bambino di 11 anni sopravvissuto per miracolo ad uno di questi massacri, che narra la fine della sua famiglia, orrendamente sgozzata a freddo da “un gruppo di strani diavoli con la barba lunga, per nulla rassomiglianti a militari”. Altri, all’arrivo delle forze dell’ordine, raccontano che questi pazzi, una volta entrati nel quartiere, prendono alcuni civili dalle case e, radunata tutta la popolazione in piazza, li uccidono pubblicamente. A volte riprendono la scena col telefonino, mettendo poi il video su Youtube, per fare vedere “cosa succede” ad opporsi al loro potere. Ma non è tutto. Quando alcuni di questi diavoli vengono catturati dalle forze di sicurezza, (spesso tra l’altro le fonti governative riferiscono che costoro hanno nel sangue sostanze allucinogene, droga, alcol in gran quantità) si possono udire altre confessioni di questi semi-analfabeti, ancora più terribili. Costoro dichiarano di essere pagati da “sceicchi”, che versano loro mensilmente un gran numero di dollari, al quale essi sono totalmente asserviti, anche dal punto di vista ideologico, arrivando a svolgere qualunque tipo di compito. Inoltre sono in molti a testimoniare che spesso questi gruppi compiono massacri di civili vestendo divise militari, oppure fanno saltare edifici con civili dentro riprendendo con videocamere le stragi, per poi trasmetterle a reti estere quali Al-Arabiya, attribuendo la paternità di questi atroci delitti alle forze governative.
Il governo siriano, preso atto della situazione, non ha scelta: decide di inviare l’esercito a protezione dei cittadini in diverse città, e in questo modo si sviluppano decine e decine di focolai di guerra lungo il paese. Le forze di sicurezza, come si può ben immaginare dopo aver udito gli orrori di cui sopra, sono accolte ovunque come liberatrici dalla popolazione. A questo punto, quasi la totalità dell’opposizione laica/moderata (perlopiù formata da ceti economicamente elevati e istruiti) al regime di Assad si è assolutamente convinta della gravità della situazione, e comprende perfettamente le dichiarazioni e l’operato del governo. Si verifica quindi un progressivo ritorno di popolarità del regime, che ora può contare sull’approvazione e il sostegno di oltre il 90% della popolazione. Nel giro di alcuni mesi, tra l’altro, Assad farà approvare notevoli riforme di carattere politico/sociale, arrivando addirittura a concedere una nuova costituzione e revocando una volta per tutte il discusso stato di emergenza in vigore dal 1963. D’altro canto Assad dichiara che la Siria non soccomberà mai alle mire dei complotti stranieri, e che lui non si dimetterà lasciando il suo popolo in balia di questi pazzi. Il presidente comunica anche che è compiaciuto delle riforme realizzate grazie al dialogo con le componenti moderate dell’opposizione, ma che è necessario invece opporsi fino all’ultimo uomo contro questi sanguinari terroristi stranieri. Occorre notare che dalla parte dei “ribelli”, si è schierato soltanto un non elevato numero di reali oppositori siriani, ovvero gruppi di islamisti radicali sunniti e simpatizzanti dei fratelli mussulmani(alcuni di questi costretti a forza con i metodi descritti sopra a passare dalla parte dei “rivoltosi”). Costoro attualmente combattono il governo in alcune zone della Siria. E’ inoltre presente un altrettanto esiguo numero di oppositori di stampo moderato al regime di Assad, che però nella quasi totalità non si trovano più nel paese, e sostengono l’opposizione e il neonato “Esercito Libero Siriano”(nome privo di senso, dal momento che in Siria agiscono appunto gruppi di terroristi internazionali senza grandi legami tra loro e senza un reale controllo centralizzato)o per totale ignoranza sul reale stato delle cose, o perché uomini corrotti, pronti per subentrare come amministratori della Siria del dopo Assad con il sostegno degli occidentali.
Ecco appunto, gli occidentali. Parliamo del loro atteggiamento, ma non solo, anche di quello di Israele, e l’Arabia Saudita. Fin dall’inizio, è chiara l’impostazione dei media di questi paesi. Ogni canale ufficiale, ogni testata giornalistica di una certa rilevanza, inizia a ripetere fin da subito che i massacri che avvengono in Siria sono opera del regime. Senza nemmeno essere sfiorati dal ipotesi di errore, articoli su articoli, fiumi di carta e di parole vengono versate contro Assad e il suo governo. Al contrario invece, la Russia, dove circolano le vere immagini di ciò che accade in Siria, si schiera sia a livello di opinione pubblica che a livello politico fortemente in sostegno al regime del presidente Assad, e pone il veto più volte all’interno del consiglio di sicurezza dell’Onu ad un eventuale intervento per aiutare “gli insorti”. Ma, senza alcun obbiezione di coscienza, alcuni paesi quali Usa, Gran Bretagna, Francia, Israele e Arabia Saudita inviano fondi e sostentamenti ai gruppi di “ribelli”. Ma non solo. Esistono molti video in cui sono visibili teste di cuoio mediorientali o addirittura occidentali istruire sul campo i cosiddetti “ribelli” all’uso di complicate e nuovissime armi, prodotte naturalmente in Occidente. Col passare del tempo, gli Usa soprattutto rendono questo finanziamento sempre più smaccato, con il segretario di stato John Kerry, che dichiara pubblicamente enormi trasferimenti di denaro ai membri del “Esercito Libero Siriano”. E col passare del tempo, la diplomazia Occidentale, scade sempre di più nel ridicolo. Viene presentato un piano di pace da Kofi Annan, uno dei pochi diplomatici che si dimostra sul serio intenzionato a far cessare le violenze. Annan chiede che si rispetti un cessate il fuoco, che si giunga a patti con le parti, che si formulino alcune conferenze di pace. Ma, se avete letto ciò è scritto sopra, avete già capito che sono parole al vento: come si può infatti discutere con orde di diavoli, sovvenzionati proprio da chi vuole fomentare il caos e la guerra? Il governo di Bashar Al Assad cerca di rispettare i termini del patto, dà il suo avvallo alla presenza di testimoni Onu in Siria. Ma, chiaramente, si susseguono nuovamente terribili episodi di violenza, che costringono il governo siriano a rispondere per non lasciare solo il popolo di fronte alle barbarie. Il culmine viene raggiunto dopo il massacro di Hula: un gran numero di civili viene trovato orrendamente trucidato nella periferia della città. Su richiesta dell’Russia, viene inviata una squadra di ispettori Onu sul posto per accertare i reali mandanti dell’tremendo eccidio. Poco dopo aver udito la presentazione del generale Mood, capo degli osservatori, che definiva “oscure”le prove riguardo a coloro che avevano ucciso tutti quei civili, incredibilmente quasi tutte le cancellerie europee iniziavano a condannare vigorosamente il regime di Assad come colpevole dell’orrore, e giudicavano come unica possibilità d’uscita  la sua dipartita. Il ministro degli esteri Lavrov, incredulo, dichiarò in serata di avere qualche dubbio sulla reale volontà di far cessare le violenze da parte degli occidentali, se invece che accertare il reale mandante degli omicidi, l’Occidente si premuniva di indicare la via per il necessario cambiamento politico della Siria. Di nuovo, da qui in poi, furono chiare le diverse tendenze. Usa, Gran Bretagna e Francia erano per un intervento militare immediato contro il regime, per “proteggere i civili siriani”, Italia e Germania suggerivano invece che bisognava trovare una soluzione politica del conflitto: difficile dire se i ministri degli esteri italiani e tedeschi ignorassero a tal punto la situazione da non capire che il conflitto era in realtà voluto espressamente dai loro compagni di G8 che ne sovvenzionavano una parte in causa, oppure se mentissero sapendo di mentire. Resta in ogni caso il ridicolo e la vergogna di cui si coprono tutti i diplomatici europei, sovvenzionatori oppure finti pacifisti, che nascondono totalmente qualsiasi tipo di verità al proprio popolo. Altri momenti talmente tragici dal risultare comici di questa atroce messinscena si sono verificati quando la maggior parte dei media Occidentali dichiarò che due attentati compiuti da uomini suicidi ad Aleppo e Damasco fossero stati organizzati dal governo come punizione per i cittadini siriani, e quando è stato diffuso in rete il video di Al Zawahiri, il comandante in capo di Al Qaeda, che esortava alla lotta contro Assad(!). Il comandante di una rete di terroristi teoricamente anti-Occidentale e anti-Israeliana per eccellenza che incita alla rivolta contro uno dei massimi nemici politici degli Usa e di Israele. D’ora in poi non consideratelo troppo credibile, questo fantoccio statunitense.
Dov’eravamo rimasti? Nel frattempo, la gente in Siria continua a morire. Anche la Turchia passa dalla parte degli avvoltoi, e inizia tutto un balletto diplomatico ostile con Damasco. Ma nonostante tutto, giorno dopo giorno, l’esercito siriano(aiutato da Hezbollah e da alcuni contingenti iraniani) riprende quartieri su quartieri, riconquista pezzi di villaggi distrutti e ridotti in cenere, libera sempre più civili dall’occupazione di questi pazzi scatenati. I media stranieri dicono che il fronte dei “ribelli” si sposta verso nord, verso sud, verso est, verso ovest, ma non è altro che l’ennesima menzogna. Non esiste nessun fronte in Siria, questi mercenari sono infiltrati un po’ dappertutto, in molti i quartieri e/o villaggi agricoli, ad Aleppo come a Damasco come ad Hama. Poi a Febbraio 2013, qualcuno inizia a parlare di armi chimiche. Si inizia a sospettare che il sedicente Assad, non contento di tutti gli alti massacri a lui attribuiti, abbia utilizzato il gas Sarin contro i civili, provocando ulteriori genocidi. Obama dichiara che l’utilizzo di armi di distruzione di massa è il punto di non ritorno, e una volta accertato, sarà impossibile non ricorrere all’uso della forza per fermare Assad. Le cancellerie di tutto il mondo gli fanno eco. Anche a voi pare di averla già sentita? Non passano che alcuni mesi. Et voilà. Il 21 Agosto 2013, più di mille persone muoiono a causa di un attacco chimico alla periferia di Damasco. Assad chiede un ispezione dell’Onu, la Russia chiede un’ispezione dell’Onu, ma il resto del mondo non sa cosa farsene, della verità. E così siamo giunti ai giorni nostri. I media di tutto il mondo senza aspettare uno straccio di prova hanno già individuato il colpevole, nonostante un’azione del genere da parte di Assad non avrebbe avuto alcun senso logico,  Obama nel frattempo ordina alla flotta Usa di tenersi pronta per l’attacco, accompagnato dalla Gran Bretagna e dalla Francia. L’Italia e la Germania che si trincerano dietro un vigliacchissimo “io senza l’ok dell’Onu non mi muovo” quando potrebbero muoversi eccome, in direzione del senso etico. Israele che totalmente priva di dignità, sa benissimo chi ha fornito i gas ai ribelli per scatenare “l’attacco governativo” alla periferia di Damasco, ma che però distribuisce pubblicamente maschere antigas, per dare ulteriore credibilità di tutto il circo.
Non mi spingo più al di là, non è dato di sapere con precisione perché gli Usa vogliano a tutti i costi la caduta del regime di Assad, si possono solo fare ipotesi, che partono dalla volontà di Israele di rendere inoffensivo il partner di Hezbollah, dei palestinesi e l’unico alleato dell’Iran, oppure per fare un piacere ai potenti alleati dell’Arabia Saudita(che hanno contribuito in maniera determinante all’orrore, fornendo in via diretta ai ribelli mezzi e finanziamenti provenienti dagli Usa e Israele).
Resta, come ho già ribadito sopra, l’enorme vergogna che grava su ogni paese occidentale,che permette queste inaudite infamie, spesso sovvenzionate con i nostri soldi. Prego per le vittime innocenti di questo orrore senza fine. E personalmente, mi resta un rimpianto: non aver potuto partecipare di persona all’incontro privato del 18 giugno 2013 tra Putin e Obama, in cui Putin, uomo che dimostra di avere un briciolo di dignità, aprendo in faccia ad Obama il video con il “ribelle” che si mangia il cuore del soldato siriano, deve avergli detto più o meno “Barack, ma mi spieghi come fai a dormire la notte sapendo di avere sulla coscienza queste cose?”. Ecco, avrei proprio voluto vedere la sua faccia.
Links:
mercenari/cecchini che sparano sui dimostranti e sulle forze di sicurezza
presenza di terroristi mercenari nelle file dei manifestanti
enorme manifestazione in favore del presidente Assad
una delle tante confessioni dei diavoli sanguinari
intervista radiofonica ad un Siriano, che racconta tutta la verità, suscitando lo sdegno della radio francese
clamoroso esempio di mistificazione prodotta dai media italiani
il “ribelle” che dopo aver estratto il cuore ad un soldato morto, ne addenta un pezzo (video terribile)
esecuzione e mutilazione di tre civili da parte di “ribelli”
esecuzione pubblica di tre civili da parte dei “ribelli”
gruppo di soldati orrendamente trucidato dai “ribelli”
un altro gruppo di soldati ammazzato da un altro gruppo di “ribelli”
uno dei più terribili video sugli omicidi da parte dei ribelli
la vergogna del terrorismo italiano
Bel reportage realizzato da report russi sulla situazione in Siria.
Intervista al presidente della comunità siriana in Italia
Intervista ad Assad, che si fa in quattro per cercare di spiegare la verità



venerdì 30 agosto 2013

NOI NON VOGLIAMO FARE LA GUERRA

Tacere adesso significa acconsentire a ciò che verrà
Gli Stati Uniti hanno deciso di attaccare la Siria, ancora una volta con un pretesto risibile, screditato dalle precedenti bugie. Che il presunto uso di armi chimiche da parte dell’esercito regolare siriano sia appunto presunto e non dimostrato, lo scrivono perfino numerosi giornali europei che pure appaiono disposti a chiudere entrambi gli occhi di fronte all’aggressione.
Prove nemmeno una. In un paese che da due anni è sottoposto ad attacchi dall’esterno, nel quale agiscono tutti i servizi segreti occidentali, in condizione di importare qualsiasi arma sul territorio siriano, accusare Assad di avere usato armi chimiche è l’equivalente della favola dove il lupo (a monte) accusa l’agnello (a valle) d’intorbidargli l’acqua.
Solo sepolcri imbiancati a prova di ogni vergogna possono accettare questa favola senza inorridire.
Si procederà, ancora una volta, senza nemmeno l’avallo delle Nazioni Unite. Evitando, in tal modo, il veto di Cina e Russia.

Si procederà, ancora una volta, senza nemmeno preoccuparsi di trascinare tutta la NATO. Neanche questo viene ritenuto ormai necessario. Liberando così alleati timorosi, o recalcitranti (ma che non si vedono) dall’obbligo di accettare il diktat di Obama.
Il quale – non si dimentichi che è stato insignito del premio Nobel per la pace – non deve più dimostrare nulla. Anche qui solo gl’ingenui, comunque inescusabili, possono continuare a descrivere Obama  come uno strenuo difensore dei diritti civili e della pace.
Israele è tra gl’ispiratori principali di questa guerra. Non è osservatore di eventi ma partecipante all’aggressione.
La linea attuale dei servi dell’impero – in Italia e in Europa – sarà quella di presentare l’aggressione come un “severo monito”. Il cui scopo sarebbe quello di creare le condizioni per un futuro negoziato. Per poi interrompersi. Si spara sul nemico per annientarlo, non per negoziare. Infatti il negoziato di Ginevra, che doveva cominciare, è stato cancellato.
Inutile chiedere al governo italiano di esprimere un netto dissenso e non qualche balbettio. Non lo possono fare, perché sono ricattabili, e non lo faranno.
Noi ci rivolgiamo al popolo italiano, che sappiamo non volere la guerra, perché faccia sentire la sua voce in tutte le forme che gli saranno possibili.
Noi vogliamo che l’Italia esca dalla NATO.
Noi non vogliamo essere alleati di coloro che organizzano la guerra.
Noi non vogliamo le loro basi sul nostro territorio.
Infine una nota per il futuro. L’esito di questa nuova guerra dei forti contro i deboli sarà di certo l’avvitamento verso nuove escalations. Lo scopo dell’aggressione è destabilizzare l’intero Medio Oriente e trascinare in guerra l’Europa. La sorte del Libano è in pericolo. Le armi che nei prossimi giorni colpiranno Damasco sono già pronte per colpire Teheran. Dunque un altro avvertimento s’impone, per coloro che non capiscono, o fingono di non capire: tacere adesso significa acconsentire a ciò che verrà.

domenica 18 agosto 2013

Raccogliere le sementi: molto più che agricoltura

   Raccogliere le sementi, imparare a farlo e metterlo in pratica sin dal proprio orto, oggi, non è solo una questione di buona agricoltura ma è diventato un vero e proprio atto rivoluzionario. La Monsanto, ovvero la maggiore corporazione che governa la quasi totalità del settore alimentare nel mondo, ha brevettato quasi ogni tipologia di seme. Sembra incredibile ma non c'è niente di più vero: una multinazionale possiede letteralmente i semi della terra, delle colture che ci servono per nutrirci. Questi significa che in molti casi è diventato illegale per un contadino conservare i semi per piantarli l'anno dopo invece di comprarli. Inoltre questa diabolica azienda ha creato dei semi suicidi, ovvero capaci di far crescere la pianta per un solo raccolto e generare a sua volta semi sterili. Chi usa i semi della Monsanto non potrà raccogliere le sementi prodotte dal raccolto perché esse saranno inutilizzabili, sterili. 
   
Tutto questo non solo è osceno ma è davvero il preludio di un dominio senza precedenti di una corporazione sulla vita degli esseri umani dell'intero mondo. Noi, però, sappiamo bene che le sementi non appartengono a nessuno, e non c'è legge sui brevetti che tenga! le piante, gli ortaggi e quanto di ciò che la terra produce non appartiene a nessun uomo e a nessuna azienda; al contrario siamo noi, esseri umani, che apparteniamo a queste sementi in quanto esse ci danno il cibo e quanto ci serve per vivere.
   Disobbediremo e conserveremo le sementi: questo è l'atteggiamento giusto da tenere; quel comportamento che usò Gandhi per bloccare la tassa sul sale che l'Inghilterra imponeva all'India per pagare le sue spese militari: disobbedienza civile!
   Intanto, però, cominciamo a riprendere il contatto con la terra, con la nostra fonte di vita...
Un piccolo aiuto può venire da questo semplice articolo che insegna a conservare le sementi dell'orto per rinnovarlo ogni anno senza mai dover ricomprare i semi. 

fonte: http://www.lavorincasa.it/articoli/in/giardino/raccogliere-e-conservare-semi-di-ortaggi/
Come autoprodurre i semi anziché comprarli ogni anno? Il primo passo è l’osservazione dell’orto durante il periodo di crescita e produzione. Dovremo selezionare le piante migliori non solo guardando i frutti più belli, ma soprattutto quelle più forti e libere da malattie. Sono quindi preferibili semi che provengono da piante sopravvissute più di altre ad un periodo prolungato di cattivo tempo o ad attacchi di insetti.

Per raccogliere i semi bisogna che questi siano giunti a maturazione, ossia quando il fiore è secco o il frutto maturo. Quello sarà il periodo migliore per raccoglierlo perché solo in questa fase ci assicurerà la formazione dell’embrione e la presenza di sostanze a lui utili durante la germinazione.

Il momento della giornata più adatto per raccogliere i semi sono le dieci del mattino, quando la rugiada è evaporata. Ogni piantina va poi trattata in modo diverso. Vediamo allora alcuni esempi degli ortaggi più comunemente coltivati.



Conservare i semi di lattuga


lattugaI semi che derivano dai fiori della lattugasono autoimpollinati. La parte femminile della pianta è così vicina a quella maschile che con un leggero soffio d’aria il polline cade sullo stigma ricettivo. Dunque questi semi produrranno piante identiche a quelle da cui derivano.

Nel caso della lattuga è molto importante assicurarci che la pianta a nostra disposizionenon sia un ibrido, perché in tal caso si corre il rischio elevato di non raggiungere l’obiettivo. Infatti è possibile che il seme raccolto non germogli, oppure che germogliando non produca semi o non riproduca esattamente la medesima qualità della pianta originaria.

Quando le piante fioriscono dobbiamo innanzitutto scegliere quelle che presentano una lunga fase di produzione fogliare e che sono lente nell’andare a seme. Una volta individuate, dobbiamo seguirne man mano la crescita e raccogliere gli steli progressivamente durante la maturazione perché i semi tendono a cadere a terra. Questi vanno poi messi ad asciugare e quando sono secchi vanno scossi per fare uscire i semi, che andranno messi al sole per un paio di giorni, coprendoli però durante le notti umide per impedire la formazione di muffe.

I semi vanno infine riposti in un barattolo di vetro e tenuti al buio in un luogo fresco e asciutto.



Conservare i semi di pomodoro


pomodoriÈ preferibile scegliere i semi dalle piante chefruttificano precocemente e che presentano una buona densità fogliare. I frutti da cui estrarremo i semi vanno raccolti maturi e nella fase in cui stanno diventando molli.

Una volta scelti i pomodori da cui prelevare i semi, tagliamoli a metà e spremiamoli in un barattolo a cui aggiungeremo dell’acqua, coprendo la polpa e i semi. Poniamo il barattolo all’esterno e attendiamo qualche giorno in modo che si formi della muffa in superficie. A questo punto apriamo il barattolo, rimuoviamo la muffa e recuperiamo solo i semi che si sono depositati sul fondo.

Passiamoli al colino al fine di eliminare eventuali residui gelatinosi e poi disponiamoli in un piatto, attendendo che si asciughino. Quest’ultimo processo durerà qualche giorno, dopodiché potremo riporre i semi in buste che conserveremo in ambiente fresco e asciutto.



Conservare i semi di melanzana


melanzanaCome i pomodori, anche le melanzane vanno raccolte mature e un po’ molli, quando ormai stanno perdendo lucentezza. Per comprendere se i semi sono maturi basta guardare il colore: devono diventaremarroni.

Tagliamo dunque la melanzana a fette e passiamola nello schiacciapatate per mettere in vista i semi e separarli dal resto della polpa. Mettiamo poi tutto in una ciotola piena d’acqua e aspettiamo che i semi si depositino sul fondo.

Eliminiamo la polpa che sarà rimasta a galla e poi filtriamo l’acqua restante per isolare i semi. Questi vanno poi tenuti in ammollo in acqua tiepida per una notte intera in modo da eliminare la pellicola che li avvolge. Infine lasciamoli asciugare in un luogo fresco e asciutto, mettiamoli in unabusta non trasparente e conserviamoli in frigorifero fino a quando arriverà il periodo della semina.



Conservare i semi di zucchina


zucchinaLe zucchine vanno fatte maturare molto oltre la fase di raccolta per l’uso da tavola, fino a raggiungere la dimensione massimale, e poi vanno lasciate sulla pianta per altre tre settimane per consentire ai semi di maturare. Durante quest’ultimo periodo la produzione di ortaggi per la tavola sarà rallentata perché la pianta sarà impegnata maggiormente nella produzione di semi.

Dopo aver raccolto la zucchina, tagliamola a metà, rimuoviamo i semi con le mani o con un cucchiaino e laviamoli con acqua fresca. Lasciamoli poi asciugare (non è necessario metterli al sole) e poi riponiamoli in una busta non trasparente.

sabato 20 luglio 2013

Salviamo il mondo dalle madonne sadiche

   L’altro giorno mentre mi recavo a lavoro in macchina e facevo zapping tra i canali della radio mi sono imbattuto immancabilmente in Radio Maria che, come sapete, si può ascoltare benissimo anche dentro le gallerie e in qualunque angolo sperduto d’Italia. Questa volta ho deciso di fermarmi ed alzare il volume; in fondo capire cosa pensa e cosa dice il nemico è sempre abbastanza utile e illuminante. Il caso ha voluto che a quell’ora mandassero in onda proprio una replica dell’intervista ad una delle veggenti di Medjugorje; non potevo credere ai miei orecchi per ciò che stavo sentendo, non credevo, lo giuro, che fossero arrivati a raccontare tali baggianate impossibili da credere anche dal più ignorante su questa terra.
   Per chi non lo sapesse la storia riassunta delle apparizioni mariane a Medjugorje è simile al copione di quasi tutte le apparizioni che sono avvenute nella storia anche se, questa volta, hanno davvero esagerato di brutto. Secondo la narrazione nel 1981 la madre di dio iniziò ad apparire a dei giovani adolescenti della cittadina bosniaca che sono ancora vivi oggi e che continuano a vederla regolarmente ogni giorno, in totale sono ben sei i veggenti conclamati (quelli che cioè affermano di avere regolari contatti con la madonna!). Tra questi giovani la più popolare ed importante è Mirijana alla quale la vergine santissima in persona avrebbe affidato non uno, non due e stavolta nemmeno tre ma ben dieci segreti che sarebbero collegati a degli avvenimenti terribili che colpiranno l’umanità nei prossimi anni. Sin qui niente di dissimile da Fatima o Lourdes. Quello che spinge questa vicenda ben al di là dell’assurdo è che la madonna avrebbe dato a questa ragazza il compito di rivelare al mondo questi segreti dieci giorni prima del loro manifestarsi. Naturalmente di questi misteri non si conosce molto, solamente che sette di essi sono dei “castighi” che il divino manderà come flagelli sul nostro pianeta per colpire l’umanità intera rea di iniquità e peccato. Siccome, però, dio ci ama e anche la vergine Maria, ovviamente, per “lenire” queste sciagure prossime venture ai veggenti è stata data anche la ricetta, vere e proprie predisposizioni precise che tutti gli uomini dovrebbero compiere per scongiurare la catastrofe finale:

1.     dire il rosario quotidianamente;
2.     digiunare due volte la settimana;
3.     leggere ogni giorno la Bibbia;
4.     confessarsi almeno una volta al mese;
5.     prendere l’eucaristia tutti i giorni.

   L’irrazionalità di tutto questo non finisce qui. Alla radio, infatti, Mirijana in persona, intervistata dallo zelante padre Livio direttore di Radio Maria, raccontava di quella volta che la madonna l’avrebbe portata in viaggio insieme ad un altro veggente in paradiso, purgatorio ed, infine, fino all’inferno. Naturalmente questa visita che è stata concessa loro è avvenuta da un lato come quella di Dante insieme a Virgilio e dall’altro lato come qualcosa di assolutamente inedito: la vergine, infatti, li avrebbe portati in cielo in carne ed ossa, trasportando cioè i loro corpi fisici nell’aldilà; un po’ come un rapimento alieno verrebbe da dire! La descrizione del viaggio che la veggente esponeva alla radio e che padre Livio rafforzava dandole credito è ancora più bizzarra. Quindi, preparatevi, perché il paradiso è davvero cosi come ve lo aspettavate. Mirijana dice che un enorme cancello chiuso li attendeva al varco; magicamente questo si apre da solo e, pensate un po’ chi c’èra dietro alle porte del paradiso ad accoglierli? Niente di meno che San Pietro! A questo punto mi aspettavo che dicesse di aver visto anche Bonolis e De Laurentiis prendere una bella tazzina di caffè e invece purtroppo no! La gente dell’aldilà è felice, diceva, ed è tutta uguale vestita con tuniche bianche e fasce gialle per alcuni e grigie per altri. Nel cielo svolazzano gli angeli che hanno l’aspetto di piccoli bambini con ali piumate e boccoli biondi. Vi giuro che questo è quello che la veggente affermava e rafforzava le sue idee dicendo che proprio quegli angeli sono probabilmente i bambini abortiti dalle sciagurate mamme assassine che quindi sono diventati come piccoli puttini in cielo. Arrivati poi al purgatorio ad aspettarli c’era, pensate un po’, della gran nebbia. Mirijana affermava convinta di non poter riuscire a vedere niente solo poteva udire i lamenti delle anime in pena che aspettano, ansiose, le nostre preghiere per poter salire in paradiso. L’inferno ovviamente lo descriveva come pieno di fiamme, fiamme grandissime. La ragazza affermava di aver visto una donna bionda entrare nel fuoco ed uscirne con la faccia deformata, trasformata come se fosse una bestia. A questo punto, per mettere la ciliegina sulla torta, padre Livio si è affrettato a dare la sua perversa interpretazione dicendo che quella visione dell’inferno che la madonna aveva voluto mostrare ai due veggenti era senza dubbio la dimostrazione che il peccato più grave dell’umanità è attualmente la lussuria. Questo perché una donna bionda gettata nel fuoco e sfigurata non poteva che essere altro che la fine di una puttana! Mi pare anche ragionevole ed ovvio non trovate?
   Insomma l’assurdità di tutto questo ha dell’incredibile eppure tantissima gente si reca in quella cittadina sperduta della Bosnia per poter assistere a queste apparizioni mariane; un sacco di gente è davvero in attesa della rivelazione di questi castighi e crede fermamente a tutto quello che affermano questi sedicenti veggenti. La chiesa cattolica ufficiale non si pronuncia nel bene e nemmeno nel male rispetto a questa vicenda; resta il fatto che dal 1981 attorno a queste fantasie collettive si è già iniziato a costruire un impero che specula sull’ignoranza dei fedeli allo scopo di fare profitto come per le terre di Padre Pio, Lourdes, Fatima e santuari vari sparsi nel mondo. Inoltre se davvero dio fosse cosi bastardo da mandare flagelli sulla terra non capisco come migliaia di cattolici possano ancora affermare che il loro dio è amore e continuare a venerarlo invece di odiarlo; per di più una madonna tanto sadica da rivelare dieci segreti ad una ragazza e dirle di tenerli per se e dirli solo dieci giorni prima che accadano, giusto per terrorizzare bene la gente che in 10 giorni andrebbe nel panico più totale, non può essere considerata una divinità ma una vera stronza. 
   Per concludere dico che se questo dio esistesse sarebbe bene combatterlo perché uno che ti promette castighi e ti dice che se fai 5 cose che lui ti obbliga allora tali flagelli saranno più lievi è un vero e proprio dittatore dei più efferati… preferirei venerare la mia migliore amica o il mio fidanzato come dei ed espressione di amore supremo visto che loro non mi farebbero mai quello che il presunto dio invece minaccia di scaraventarci addosso da un giorno all'altro. 

venerdì 19 luglio 2013

Fabio Farfa feat. La Maca - GIU' LE MANI (Official Video)



Collasso Economico Globale imminente


Sappiamo com’è lo zio Sam. Ha un sacco di debiti a cui far fronte.
Quasi 3.000 miliardi di dollari ogni anno, mentre le entrate sono di 2.200 miliardi l’anno.
Allora fa la cosa che fanno la maggior parte degli Americani: prende in prestito denaro.
Quando lo zio Sam contrae un prestito lo chiama Bond.
I bond possono essere detenuti da banche, investitori e governi esteri.
Lo zio Sam deve promettere di pagare interessi su questi bond, proprio come fate voi quando stipulate un prestito.
Avete mai pensato di pagare il vostro mutuo con la carta di credito?
Anche lo zio Sam fa la stessa cosa. Contrae nuovi prestiti, emette nuovi bond, in modo da pagare quelli vecchi.
Tutti questi prestiti, e tutti questi interessi, si accumulano.
Lo zio Sam, ad ora, è in debito di 14.000 miliardi di dollari;
per avere una prospettiva della cifra, il debito è uguale al PIL nazionale, il valore totale dei beni e servizi prodotti in un inter anno dall’economia Americana.
E’ una quantità così grande di denaro, che lo zio Sam sta finendo i soggetti da cui prendere in prestito e si trova nei guai per gli interessi sui suoi prestiti.
La soluzione ovvia sarebbe o tagliare la spesa, oppure aumentare le tasse.
Ma se si taglia la spesa, le persone che ne beneficiano si lamenteranno che non avranno denaro da spendere.
Se si provasse ad aumentare le tasse per compensare questo divario, non solo le persone avrebbero meno denaro da spendere ma darebbero luogo a tumulti e rivolte.
Così lo zio Sam sceglie la via più semplice per ottenere denaro. Crearlo dal nulla.
Chiama in causa la Federal Reserve, che è la nostra banca centrale, e…magia!
I dollari vengono creati e depositati nelle banche di tutta l’America.
Il problema è che se di qualcosa ce n’è di più, varrà di meno.
Stesso discorso per il dollaro Statunitense.
Più dollari ci saranno, meno cose compreranno.
Ecco perché merci come carburante, cibo e oro diventano più costose quando lo zio Sam crea magicamente il denaro.
Non sono le merci che valgono di più, è il denaro che vale di meno.
Questa si chiama inflazione.
Ricordate i governi esteri che hanno prestato denaro allo zio Sam?
Quando hanno prestato denaro allo zio Sam, è successo qualcosa di interessante.
Ha reso gli Americani più ricchi ed i loro paesi più poveri.
Quando un paese appare povero in confronto all’America, un dollaro del nostro denaro compra un sacco del loro denaro.
Così possono pagare i loro lavoratori solo qualche penny al giorno.
Con costi di lavoro così bassi, possono vendere i loro prodotti in America
a prezzi inferiori di qualunque altra industria manifatturiera Americana.
Il modo più facile di competere per le aziende Americane, è spostare le proprie attività oltreoceano e pagare anch’esse i lavoratori qualche penny al giorno.
Ciò contribuisce ad una recessione.
Gli Americani perdono il proprio lavoro, smettono di pagare le tasse ed iniziano a raccogliere i sussidi del governo: come sanità ed il sussidio di disoccupazione.
Questo vuol dire che lo zio Sam avrà ancor meno entrate ed ancor più spese.
Nel frattempo, le persone che hanno ancora un lavoro sono disperate nel mantenerlo, così tendono a lavorare di più ma non a ricevere più denaro.
Quando il dollaro vale meno e non se ne guadagnano di più, siamo in stagflazione.
Ed è per questo che lo zio Sam si trova nel Comma 22:
Non può aumentare le tasse o tagliare la spesa senza far peggiorare la recessione.
E non può far creare più denaro alla Federal Reserve senza far peggiorare l’inflazione.
Per il momento può prendere in prestito, ma dato che non riesce nemmeno a pagare gli interessi sul debito che già ha, ciò renderà la sua inevitabile bancarotta molto peggiore.
Che si tratti di due mesi o due anni, arriverà il giorno in cui lo zio Sam non riuscirà a pagare i suoi conti.
Quando ciò accadrà, le banche, gli investitori ed i governi esteri che contavano su quel denaro non saranno in grado di pagare i proprio conti.
Infatti, proprio come lo zio Sam, i governi, le banche e le corporazioni non hanno in realtà molto denaro.
Hanno per lo più debito. Se un anello della catena si rompe e va in default, tutto il resto crolla.
Se gli investitori non possono pagare i propri conti, le corporazioni non potranno pagare i propri dipendenti.
Se le banche non potranno pagare i propri conti, voi non sarete in grado di chiedere un prestito, usare carte di credito o addirittura ritirare i vostri risparmi.
Se i governi esteri non potranno pagare i propri conti, le proprie banche e corporazioni avranno gli stessi problemi.
Questo si chiama Collasso Economico Globale.
Non è mai accaduto prima, quindi nessuno sa quanto sarà brutto, quanto durerà, o addirittura come uscirne.
Il castello di carte sta già oscillando.
Non c’è alcun modo indolore per evitarne il crollo.
Tutto quello che possiamo fare è informarci l’un l’altro su quello che sta realmente accadendo, e prepararci per circostanze davvero straordinarie.