sabato 4 maggio 2013

Il golpe che verrà


 
 Siamo un popolo senza memoria e senza conoscenza. Non sappiamo niente del nostro passato; quello che conosciamo ci è stato detto dopo attento filtraggio e accurato revisionismo e di quel poco che è passato non ne conserviamo il ricordo e nell’arco della nostra vita, da quando iniziamo a lavorare o a combattere per la sopravvivenza quotidiana, gettiamo subito la storia nell’immondizia, ci facciamo prendere dall’attimo presente prendendocela col fato se siamo messi male e non avendo la minima idea di quali possano essere delle possibili soluzioni; accettiamo per lo più la nostra schiavitù senza battere ciglio se va bene mentre per moltissimi si diventa addirittura i guardiani inconsapevoli delle prigioni nelle quali il nostro popolo è rinchiuso. Alcuni di noi si dicono di sinistra e altri di destra in un gioco delle parti fine a se stesso e privo di qualsiasi significato. In pochi sanno cosa vuol dire sinistra e cosa vuol dire destra, in pochissimi ancora conservano gli ideali fondamentali delle due fazioni che per secoli si sono combattute. Oggi sono solo degli involucri vuoti, delle cattedrali di cui rimane solo la facciata e appena apri la porta trovi solo macerie e distruzione. Il gioco politico dell’alternanza assomiglia più ad uno spettacolo di intrattenimento, ad un combattimento spettacolare in un arena, ad un circo che tenga il popolo impegnato in discussioni vuote e superficiali, in contrasti aerei e inutili e in contrapposizioni costruite a tavolino. Se solo ci guardassimo per un attimo indietro, non servirebbe andare troppo in là, basterebbe chiacchierare con un vecchio di 90 anni finito in una casa di riposo e dimenticato da Dio, ci renderemmo conto che le cose non stanno affatto come crediamo e che il mondo non è per niente come ci appare. Io ho la fortuna di lavorare a contatto con gli anziani e da essi ascolto attento i racconti della Resistenza, del fascismo, degli ideali del popolo proletario e contadino che animavano quella gente, davano loro un’energia tale da mettere a repentaglio la propria vita per essi. Erano pieni di significato i loro gesti e le loro idee erano piene di storia o, almeno, piene di qualcosa che oggi non esiste più perché siamo troppo indottrinati per poter pensare ancora.
   Quei vecchi hanno sicuramente perso, la loro battaglia contro il fascismo e soprattutto contro le idee che avevano portato ad esso è stata persa; hanno combattuto e sono stati sconfitti. Oggi infatti il fascismo è più forte che mai. Magari non si chiama più così ma quelle idee di fondo sono oggi imperanti ovunque. L’estremo fascismo è il liberismo, l’estremo liberismo è la globalizzazione che ci ha portato ad una dittatura globale che soffoca ogni alternativa e ogni vera opposizione semplicemente togliendoci gli strumenti base per poterla organizzare: la memoria e la conoscenza. La sinistra ha tradito il popolo, ha accettato di tramutarlo in pubblico da intrattenere e ha chinato il capo alla vittoria della destra scendendo a patti con essa. La sinistra post-rivoluzionaria non è niente altro che l’altra faccia della destra. Per anni è stato cosi dietro facciate di contrasti falsi ma adesso, proprio in questi giorni, si sta rivelando quasi esplicitamente questo inganno: il governo Letta ne è l’espressione, l’inciucio che non è altro che il tentativo del pensiero unico di auto conservarsi.  
   Da tale situazione si può uscire solo se il popolo, risvegliandosi, agisca unito. Le vie possono essere molte e forse una di queste può essere rappresentata dal Movimento 5 Stelle: la via democratica quindi, un po’ simile, ma non troppo, alla via verso il socialismo che seguì Salvador Allende in Cile. Sconfiggere la dittatura del neoliberismo attraverso il voto dei cittadini ad un partito che sia davvero opposto a questo sistema, un voto che potrebbe dare il governo a questa forza che poi attuerebbe, con le leggi e attraverso una via democratica, il suo programma rivoluzionario. Io non so se il Movimento 5 Stelle sia questo partito, non so ancora se questa nuova forza sia davvero opposta e determinata a sconfiggere la dittatura silente del mercato ma in questo momento ritengo che sia l’unica vera speranza che se rimarrà delusa solo la storia ce lo potrà dire. Quello che, però, non bisogna dimenticare è la forza del fascismo che governa il mondo: crediamo davvero che con la democrazia si possa attuare una vera rivoluzione o, meglio, crediamo sul serio che i signori del potere, i comandanti del mondo, ce lo lascino fare accettando un’ipotetica via democratica che comunque li annienterebbe? In Cile la vittoria elettorale di Allende fece nascere un governo socialista che attuò per alcuni anni riforme sconvolgenti fino a che, la destra, armatasi, conquistò il potere attraverso un golpe militare. La via pacifica per spezzare le catene della gente schiacciata dal capitale si rivelò poi inefficace contro le bombe e i carri armati che i militari non esitarono ad usare per ri-prendersi il potere fino ad uccidere lo stesso Presidente Allende democraticamente eletto. La storia non si ripete mai uguale a se stessa ma di certo i temi sono ancora gli stessi: il capitale ormai globale delle corporazioni ormai mondiali e potentissime contro il popolo reso schiavo. Il capitale non esiterà ad armarsi se vedrà minato il suo potere. La democrazia che esso ci ha concesso sino ad ora è stata possibile solo grazie a quel patto di cui parlavo sopra tra la destra e la sinistra venduta e falsa; questa apparente democrazia e altrettanto effimera libertà è stata a noi concessa solo perché nessuno di  noi, popolo, ha mai messo in dubbio i suoi fondamenti: abbiamo sempre scelto un partito piuttosto che un altro e nel frattempo ce la siamo sempre cavata vivendo delle briciole del capitale che, però, sono bastate a farci tacere, a rincoglionirci e a farci rinunciare alla vera libertà.
Se il popolo reagirà democraticamente aspettiamoci pure un golpe futuro, in che modo non lo so, ma teniamo presente che questo potrebbe molto probabilmente avvenire. 

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