domenica 24 marzo 2013

A Single Man: A SINGLE MAN, che a Venezia2009 ha vinto anche il Queer Lion, è un racconto sull’amore interrotto

È il 1962, e la guerra nucleare sembra imminente. La paura pervade il mondo. I valori sociali sono rappresentati in termini eccessivamente semplicistici, in bianco e nero, ma le complessità delle relazioni umane sono aggrovigliate allora come oggi.

Ambientato a Los Angeles all’apice della crisi missilistica di Cuba, A SINGLE MAN narra la storia di George Falconer, un professore universitario inglese di 52 anni (Colin Firth, Coppa Volpi come Migliore Attore alla Mostra del Cinema di Venezia 2009), che fatica a trovare un senso alla propria vita dopo la morte del compagno Jim (Matthew Goode).

George vive nel passato e non riesce a vedere il suo futuro.
Nell’arco di una giornata, in cui una serie di eventi e incontri lo porta a decidere se la vita dopo Jim abbia un senso oppure no, George trova conforto nella sua più cara amica, Charley (Julianne Moore), una splendida 48enne, anche lei alle prese col suo futuro.

Un giovane studente di George, Kenny (Nicholas Hoult), che sta iniziando ad accettare la propria omosessualità, perseguita George e lo considera l’anima gemella.

A SINGLE MAN, che a Venezia2009 ha vinto anche il Queer Lion, è un racconto sull’amore interrotto, l’isolamento della condizione umana e l’importanza dei momenti apparentemente insignificanti della vita.

La storia è un adattamento del romanzo di Christopher Isherwood “Un Uomo Solo”.

Lessi per la prima volta il libro “Un Uomo Solo” di Christopher Isherwood all’inizio degli anni ’80, e rimasi toccato dall’onestà e dalla semplicità della storia. All’epoca, ero poco più che ventenne.

Tre anni fa, dopo aver cercato il progetto giusto da sviluppare per il mio debutto sul grande schermo, mi resi conto che tornavo spesso a pensare a quel romanzo e al protagonista, “George”.
Ripresi il libro e lo rilessi.

Ora che vado verso la cinquantina, il libro mi colpisce in un modo completamente diverso. È una storia profondamente spirituale, narra di un giorno della vita di un uomo che non riesce a vedere il suo futuro. È un racconto universale su cosa vuol dire affrontare l’isolamento che proviamo tutti e sull’importanza di vivere nel presente e comprendere che le piccole cose della vita in realtà sono le grandi cose della vita.

Tom Ford

dal sito:
http://www.arcigay.it/a-single-man-tom-ford

Nessun commento:

Posta un commento